Un diario con divagazioni su varie mie passioni. Tra le quali la musica, la matematica, la scrittura, la cucina, i viaggi, la Germania e i balli popolari del centro-sud Italia.
domenica, dicembre 03, 2023
Intelligenza come capacità di conformarsi all’esoscheletro di un’impresa
Indipendentemente dall’affinità o dall’interesse verso ciò che l’impresa produce. Rinunciare alle nostre caratteristiche e peculiarità che avevamo all’inizio della nostra vita per adattarci agli obiettivi pianificati da quell’azienda seguendo i quali dovremmo raggiungere l’idea illusoria del successo. Lasciare da parte se stessi per adeguarsi a un falso se.
L’esoscheletro non è solo una struttura esterna ma anche un’entità mobile. Un gesto che non compiamo noi spontaneamente ma viene costruito e diretto al di fuori di noi.
Quando ciò accade il costo da pagare è altissimo, al netto dei grandi successi economici o professionali che si possono raggiungere.
I successi, se non raggiunti come me stesso, non mi daranno molto in cambio. Aldilà di ciò che possano pensare gli altri che mi guardano dall’esterno; che possono ammirare il successo raggiunto.”
lunedì, novembre 20, 2023
Peer Gynt Suite I – IV movimento – prova tromboni
Durante la prova di ieri il nostro clarinettista si è divertito molto a vedermi suonare. Forse perché ero l’unico a dimenarmi nella sezione. Tanto che, preso una sedia, e piazzatomisi davanti, ha girato questo video.
sabato, novembre 18, 2023
La legge che vieta la carne coltivata
Uno si chiede: ma perché lo fanno? Ovviamente per avere un nuovo nemico immaginario da combattere.
“Per riassumerla con quanto detto dalla senatrice a vita Elena Cattaneo lo scorso luglio nell’aula del Senato: “Si tratta di vietare le applicazioni di quello che stiamo ancora studiando. Ma, se stiamo studiando, significa che non sappiamo; non sappiamo l'impatto, non sappiamo la percezione del pubblico, le ricadute, la qualità. Se non so, come faccio a decidere che non li voglio? Qual è la qualità legislativa di una simile decisione?”.
Argomenti di logica che non sono bastato a dissuadere il governo dallo sposare la battaglia di Coldiretti&co, considerato un bacino elettorale imprescindibile dai meloniani.”
Cittadinanza italiana a Indi Gregory
Questa è la ragione per cui il Consiglio dei ministri ha dato la cittadinanza italiana a Indi Gregory.
Non mi pare però che si facciano molti sforzi per prevenire la morte di altri bambini anche privi di malattie incurabili.
Forse il governo modificherà la norma sul “rientro dei cervelli”
Le nascite diminuiscono, si vuole ridurre l’immigrazione, non si dà la cittadinanza a chi è nato in Italia. Conseguentemente la popolazione decresce sempre più rapidamente e i giovani che lavorano sono sempre meno e i vecchi a cui pagare pagare le pensioni sempre di più.
In tutto questo il governo che fa? Indebolisce una misura che farebbe rientrare forza lavoro in Italia.
Complimenti! È la ricetta perfetta per l’affondamento definitivo.
martedì, novembre 07, 2023
La RAI del 2023
Tempo fa dicevo a un amico che all'inizio speravo che le responsabilità di governo li rendendessero più virtuosi, ma poi hanno cominciato a mostrare un altro aspetto: quello di cialtroni (vedi varie vicende giudiziarie e non) e, soprattutto, incapaci di governare.
Sprecano energie preziose su questioni divisive come i diritti, cercando di toglierne, e l’accaparramento di poltrone, come in Rai.
L'amico mi rispose che in RAI avevano fatto tutti più o meno la stessa cosa.
Nella Rai del governo a trazione FdI è chiaro che della
comprensione dei fenomeni poco importa. Affiora dalle dichiarazioni di certi
responsabili uno sgradevole spirito di rivalsa; è come se ci si volesse
rivalere per essere stati defraudati di un diritto troppo a lungo sottratto con
la forza o con la frode. Leggo in certe dichiarazioni la soddisfazione di aver
riguadagnato posizioni dovute e, con queste, la possibilità di raccontare in
altro modo, a costo di rovesciarla, la nostra storia dal 1948 (data di nascita
della Costituzione) ad oggi.
Tutto questo è molto diverso dalle varie ondate
di occupanti che ho visto arrivare in Rai governo dopo governo. Quando sono entrato in
azienda (1° luglio 1960, per concorso) la Rai era un feudo democristiano. Ettore Bernabei,
poco dopo, divenne il dominus, la Dc era il suo partito, Amintore Fanfani il
referente. L’atmosfera politica
era angusta ma il livello culturale faceva della Rai una delle migliori
televisioni europee. Nel 1975 una famosa legge trasferì il controllo dell’azienda dal Governo al Parlamento attraverso la
Commissione parlamentare per l’indirizzo e la
vigilanza sul prodotto. Il passaggio doveva garantire il pluralismo e in un
certo modo lo garantì; nello stesso tempo però dette l’avvio ad una forma
scientifica di lottizzazione: Rai1 alla Dc, Rai2 al Psi, Rai3 al Pci.
Salto tutti i successivi passaggi, meglio li
condenso in una sola frase: ad ogni cambio di maggioranza ha corrisposto in Rai
l’arrivo di nuovi fedeli. Tutti accomunati dallo
stesso desiderio: occupare un incarico di un certo prestigio, avere uno
stipendio migliore. Con i nuovi arrivi post 2022 gli obiettivi sono diventati
più numerosi. Al desiderio di guadagnare di più s’è aggiunta, ripeto, la voglia
di raccontare daccapo la storia. Finora ne abbiamo avuto solo qualche accenno
anche perché non è che abbondino, da quella parte, quelli in grado di farlo.
Temo di sapere che di qui a qualche mese questo impulso crescerà di forza, se
le cose resteranno come oggi sono.
La verità è che un governo che sul piano
generale s’è dimostrato approssimativo e incompetente ha prodotto il massimo d’efficienza nella progressiva distruzione della
Radiotelevisione Italiana, questo mi addolora profondamente. Ho visto negli
ultimi mesi dilettantismo, scelte improvvide, la presunzione che una pedina
valga l’altra, l’inconsapevolezza che l’efficacia televisiva è una delicata miscela di professionalità e
congruenza con l’argomento, la
dimenticanza che l’egemonia culturale
non si può imporre piazzando un fedele seguace qua e uno là. Sono materie (non
le sole, del resto) in cui la competenza deve prevalere sulla fedeltà.
mercoledì, settembre 20, 2023
In viaggio con Barbero - Democrazia e dittatura
Ho scoperto anche che subito dopo la rivoluzione americana gli Stati Uniti d'America non erano una democrazia bensì un'oligarchia. John Adams, padre fondatore e secondo presidente degli Stati Uniti scrive:
mercoledì, settembre 06, 2023
Ustica e la libertà di stampa
Qualche giorno fa qualcuno si chiedeva come mai nessun giornalista francese avesse condotto un'indagine su Ustica. Ora ne è venuto fuori uno: Emmanuel Ostian.
Nell'intervista pubblicata da Repubblica, Ustica, il giornalista francese: "Ecco perché Macron non può dire tutta la verità", Ostian afferma che non aveva mai sentito parlare della storia dell'incidente aereo.
Visto che poi il suo documentario è uscito nel 2015, immagino che ne abbia sentito parlare per la prima volta dopo il 2010. Quindi se un giornalista d’indagine di circa quarant’anni non ne aveva mai sentito parlare, significa che nel suo paese ci si era impegnati affinché la notizia cadesse rapidamente nel dimenticatoio.
Dopo aver scoperto la storia dell'incidente aereo, Ostian comincia a sospettare che la Francia possa essere coinvolta. Il sospetto si rafforza nel momento in cui l’aeronautica francese non rispondere alle domande del giornalista.
Il suo documentario viene comunque trasmesso nella TV francese, ma il fatto interessante è che è stato rapidamente ritirato senza repliche, a differenza di tutti gli altri documentari.Fortunatamente lo si trova ancora su YouTube: CRASH DE L'USTICA : Une Bavure Française?
Come non interrogarsi sulla validità dei criteri che Reporters Sans Frontières usa per stilare l'indice della libertà di stampa?
domenica, settembre 03, 2023
Favino: solo un attore italiano può interpretare un personaggio italiano?
martedì, agosto 08, 2023
Il libero arbitrio è solo un'illusione?
David Chalmers sostiene che il libero arbitrio è probabilistico e la probabilità è guidata dalle emozioni.
martedì, luglio 25, 2023
È morto uno degli scrittori italiani più venduti all’estero e quasi nessuno lo ha saputo
lunedì, luglio 10, 2023
La scelta di Rut di restare con Noemi e il significato della spiga sospesa - Luigino Bruni a Uomini e Profeti
"Era il tempo della mietitura dell’orzo a Betlemme. Una mietitura che arrivava dopo una lunga carestia. Rut era donna straniera e vedova diventata povera. In tempo di mietitura poteva sopravvivere spigolando. Cioè, racimolando, dietro i mietitori.
domenica, luglio 09, 2023
La doppia vita dei nazisti: strage di civili in Italia e tornati in Germania, senza pagare i loro crimini
“Li chiamavano "lupi mannari", werwolf, perché dietro l’aspetto presentabile conservavano l’anima delle belve. Non avevano dimenticato l’orrore di cui erano stati protagonisti: lo tenevano dentro, aspettando che tornasse la loro ora. Quando il Terzo Reich è crollato, all’inizio hanno pensato di proseguire la lotta con le armi. Poi è sorta la Guerra Fredda e hanno trovato nuovi nemici e altri modi per riscattare i vecchi camerati: progressivamente non hanno neppure sentito il bisogno di nascondersi e sono tornati a radunarsi tra reduci.
La Germania ha faticato ad affrontare l’eredità nazista. Salvo pochissime eccezioni, l’intero Paese aveva seguito Hitler e per questo sono stati adottati criteri di epurazione molto selettivi: soltanto artefici e carnefici dell’Olocausto sono stati considerati criminali da perseguire. Subito si è creata una distinzione, che è tuttora in voga nella destra, tra i gerarchi del Partito e gli uomini delle Waffen SS, equiparando questi ultimi ai "normali" combattenti delle forze armate. Non si è voluto guardare alla realtà, ancora più drammatica: in Italia come negli altri territori occupati erano stati militari di ogni tipo a commettere gli eccidi: Waffen SS, Wehrmacht, Luftwaffe. A ordinare le stragi di civili e a portarle a termine erano stati volontari e coscritti, soldati semplici e ufficiali. Questa responsabilità in qualche modo collettiva ha contribuito alla rimozione individuale della colpa, permettendo ai massacratori di dormire sonni tranquilli per decenni. Li ha aiutati la volontà dei governi occidentali di non infierire sulla Germania federale, tornata a essere un alleato fondamentale nella sfida con il blocco comunista: i fascicoli dei procedimenti aperti in Italia sono stati murati nel famigerato "armadio della vergogna". E la sensibilità giuridica della magistratura ha spinto a punire soltanto le figure apicali, graziando chi aveva obbedito agli ordini, pur eseguendoli con compiaciuta crudeltà. Poi in mezzo secolo i valori etici sono cambiati e anche la giurisprudenza ne ha preso atto. L’innocenza di uomini come il capitano Erich Priebke, uno dei registi delle Fosse Ardeatine, è stata considerata inaccettabile. E agli inizi del millennio la procura militare di La Spezia, guidata da Marco De Paolis, ha realizzato un miracolo investigativo individuando - grazie soprattutto alle ricerche negli archivi di Carlo Gentile - e facendo condannare centinaia di aguzzini sopravvissuti nel silenzio. L’opera di giornalisti determinati come Udo Gumpel ha scosso le coscienze tedesche. Ma bisogna andare oltre. In questo momento infatti ricordare è doppiamente fondamentale. Perché, come i personaggi delle biografie scritte da Francesca Candioli in questo longform, sono tornati sulla scena europea partiti che non rinnegano quel passato di terrore, conservandolo nei loro simboli e nei loro slogan. Sono i nuovi lupi mannari, che aspettano il momento opportuno per gettarsi sul nostro futuro.”
Seguono biografie dei lupi mannari : La doppia vita dei nazisti dopo la Seconda Guerra Mondiale - la Repubblica
Per due volte, prima nel ’67 e poi nel ’84, l’ex ufficiale scrive una lettera di perdono ai cittadini di Marzabotto. I familiari delle vittime e i superstiti con un referendum decidono in entrambi i casi di respingere il suo appello. Ma in Germania e Austria viene lanciata una campagna di solidarietà, presentandolo come un martire, un capro espiatorio, un sepolto vivo in ostaggio dei comunisti italiani. Nel 1980 anche da noi le cose cominciano a cambiare e il tribunale militare di Bari gli concede la libertà condizionale, riconoscendo "un sincero ravvedimento". Il rilascio definitivo è previsto nel 1985. Ma dopo una serie di trattative che coinvolgono il governo di Vienna e il Vaticano, l’allora premier Bettino Craxi decreta l’estradizione in Austria sei mesi prima della fine della pena.
Dopo oltre 30 anni di prigionia nel carcere vista mare di Gaeta, il maggiore delle Ss Walter Reder, che si è reso responsabile di alcuni tra i più sanguinosi massacri in Italia, torna a casa a quasi 70 anni. La stretta di mano con il ministro, che lo accoglie come un eroe, crea un caso internazionale e una crisi di governo. Reder trascorre i suoi ultimi anni di vita in Carinzia, riprende a frequentare i suoi vecchi amici durante i raduni di ex reduci delle SS e, come prima cosa, ritratta il suo pentimento. A pochi mesi dal suo arrivo in Austria, dichiara alla stampa che non deve giustificarsi di nulla e che le richieste di perdono e di scuse che aveva mandato alle vittime italiane erano state solo una mossa del suo avvocato.
Sei anni dopo il suo ritorno, muore a Vienna il 26 aprile 1991: al suo funerale partecipa un pubblico molto numeroso, tra cui diverse ex SS e alcuni membri dell’estrema destra. Durante l’occupazione tedesca in Italia, Reder trasforma le operazioni contro i partigiani in una sequela di massacri contro la popolazione: Vinca, Valla e Bardine San Terenzo e poi Monte Sole, quella erroneamente chiamata strage di Marzabotto, l’eccidio più grave realizzato dai nazisti nell’Europa occidentale. In pochi giorni furono massacrate 770 persone in oltre 100 località sparse tra le montagne dell’Appennino Bolognese, e ad uccidere gran parte delle vittime furono proprio gli uomini del battaglione esplorante della 16a divisione Reichsführer Ss guidato da Reder. Nel 1945 il maggiore viene fatto prigioniero in Austria e nel 1948 estradato in Italia. Nel 1951 il processo celebrato a Bologna lo condanna all’ergastolo.
venerdì, luglio 07, 2023
Guida veloce in città: vantaggi e svantaggi
Da Radio3
Scienza | S2023 | Andavo a 30 all'ora… | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound
"Il grande inganno della velocità in città e che crediamo di andare a 60, 70, 80 km l’ora perché vediamo quella velocità nel tachimetro. In realtà la nostra velocità media è molto più bassa perché dobbiamo frenare e ripartire in continuazione. Crea condizioni circostanti di pericolo ma non ci fa arrivare prima."
Portale - Simona Larghetti (cittametropolitana.bo.it)
Riassunto in una tabellina...
venerdì, giugno 23, 2023
Il mistero del suono senza numero - "in superficie è una storia semplice e ricca di mistero, in profondità nasconde l’essenza della matematica"
Daniela Molinari, insegnante di matematica e fisica presso un Liceo Scientifico ha scritto una recensione del Il mistero del suono senza numero.
Qui riporto solo un piccolo estratto. Per la recensione completa: amolamatematica/il-mistero-del-suono-senza-numeroIl percorso è davvero interessante: in superficie è una storia semplice e ricca di mistero, ma in profondità nasconde l’essenza della matematica: mette in luce le caratteristiche della scuola pitagorica, il percorso della ricerca matematica dalla nascita di un’idea fino alla sua formalizzazione, ed evidenzia come le domande fondamentali si mostrino a volte come banali, ma possano mettere in crisi anche i saperi più antichi.
giovedì, giugno 15, 2023
M. Gli ultimi giorni dell'Europa: opinioni che cambiano 2.
Dopo M. Gli ultimi giorni dell'Europa: opinioni che cambiano?, altre opinioni che cambiano.
Naturalmente non esiste più una razza
pura, nemmeno quella ebrea. Ma appunto da felici mescolanze deriva spesso forza
e bellezza di una nazione. Razza: questo è sentimento, non una realtà; il 95% è
sentimento… L’orgoglio nazionale non ha bisogno dei “deliri” di razza… In
Italia l’antisemitismo non esiste.
Benito Mussolini in un colloquio con lo
scrittore Emil Ludwig (nato Cohn), primavera del 1932
L’impressione che il Governo fascista sia in procinto di inaugurare una politica antisemita… è completamente errata… Il Governo fascista non ha mai pensato, né pensa di adottare misure politiche, economiche, morali contrarie agli ebrei in quanto tali… Il Governo fascista si riserva tuttavia di vigilare sull’attività degli ebrei venuti nel nostro Paese e di far sì che la parte degli ebrei nella vita complessiva della Nazione non risulti sproporzionata ai meriti intrinseci dei singoli e all’importanza numerica della loro comunità. Informazione diplomatica n. 14 (redatta da Benito Mussolini), 16 febbraio 1938
Ma qualche mese dopo...
giovedì, giugno 01, 2023
Ascoltare musica triste è catartico?
Da Suona l'una | E8 | Uomini soli | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound
domenica, maggio 14, 2023
Del madrigale e della metafora del morir
Gl'occhi mirando di colei ch'adora;
Quand'ella, che di lui non meno ardea,
Gli disse: "Ahimè, ben mio,
Deh, non morir ancora,
Che teco bramo di morir anch'io.
giovedì, maggio 11, 2023
Lo Stato parallelo: una serie radiofonica da non perdere
Lo Stato parallelo | RaiPlay Sound
mercoledì, aprile 19, 2023
M. Gli ultimi giorni dell'Europa: opinioni che cambiano?
È un pazzo! Un maniaco sessuale!
Benito Mussolini al sottosegretario di Stato agli affari esteri Fulvio Suvich
dopo il primo incontro con Adolf Hitler a Venezia, 15 giugno 1934
Conosco Hitler. È un imbecille e un cialtrone, un cialtrone fanatico… Quando non vi sarà più
alcuna traccia di Hitler gli ebrei saranno sempre un grande popolo… Voi e noi
siamo una potenza storica. Quanto a Hitler, non è che una farsa destinata a
durare qualche anno. Non temetelo e dite ai vostri ebrei che non bisogna avere
paura… Noi gli sopravvivremo tutti.
Benito Mussolini a Nahum Goldmann, membro del direttivo dell’Organizzazione
sionista mondiale in visita a Palazzo Venezia, novembre 1934
Ma qualche anno dopo...
Opinioni che cambiano o erronee valutazioni di convenienza?
domenica, aprile 16, 2023
Gabriele Lolli e il platonismo matematico
Nel secondo capitolo del suo libro, Matematica in movimento. Come cambiano le dimostrazioni, Gabriele Lolli esplora il concetto di platonismo matematico. Cioè, di quella visione, “abbracciata dalla maggioranza dei matematici” che postula “l’esistenza di un mondo di oggetti ideali che contiene tutti gli oggetti e le funzioni della matematica”. Mi trovo molto d'accordo con le conclusioni di Lolli sul platonismo assoluto. Ho sempre avuto l'impressione che proponesse una prospettiva mistica dell'ontologia della matematica.
"Nel 1935, Paul Bernays (1891-1995), prezioso collaboratore di Hilbert nelle ricerche logiche, ha reso attuale il termine di “platonismo matematico”, definendo gli oggetti matematici come “distaccati da ogni legame con il soggetto riflettente”, senza affrontare né considerare le difficoltà logiche e gnoseologiche di una simile condizione. Nemmeno noi le affrontiamo perché la discussione sarebbe infinita. Il teorema di Pitagora, per fare un esempio, era noto in tutte le civiltà antiche, non solo mediterranee, anche indiane e cinesi; un segno dell’esistenza distaccata del triangolo rettangolo? eppure le dimostrazioni tramandate sono tutte diverse, pur se tutte di tipo geometrico; un segno che le rappresentazioni mentali connesse al triangolo rettangolo in ogni civiltà non coincidevano?
Secondo Bernays “l’applicazione [del platonismo alla matematica] è così diffusa che non è esagerato dire che il platonismo oggi regna sovrano in matematica”. Tuttavia, se si va avanti a leggere, Bernays parla del platonismo matematico come di una concezione “quasi-combinatoria” dei concetti di insieme, successione, funzione, e con questo intende alludere all’estensione all’infinito, per analogia, delle manipolazioni sugli insiemi finiti; Bernays chiama “platonismo ristretto” tale “proiezione ideale di un dominio di pensiero”; invece “l’esistenza di un mondo di oggetti ideali che contiene tutti gli oggetti e le funzioni della matematica” lo denota “platonismo assoluto” e non nasconde che non supera la prova delle antinomie. Comunque l’immagine del mito, che è evocata dalla semplice menzione del platonismo, abbracciato dalla maggioranza dei matematici, che si riferiscono a quello “assoluto”, è passata nella cultura, trasmessa nella scuola, si è trasformata in un luogo comune. Nella scuola è inevitabile all’inizio usare una terminologia realista, parlare di verità delle relazioni numeriche, e di numeri come esistenti utilizzandoli in esperienze concrete empiriche o costruttive, dalle quali sono estrapolati e quasi personificati come oggetti; quando poi si introducono concetti più astratti, il linguaggio e la disposizione mentale realistica sono destinati a permanere. Parlare allora di come cambia la natura della dimostrazione in matematica richiede come preliminare che l’interlocutore entri nella disposizione ad accettare la possibilità di un cambiamento in un edificio che quasi certamente è abituato a considerare come monolitico e stabile per eccellenza."
mercoledì, aprile 12, 2023
Stravinskij sue melodramma e tradizione
L’opera mi interessa molto. Ma parlo dell’opera tradizionale, del melodramma. Non mi interessa il dramma musicale (quello di Wagner e Mussorgsky). Perché il dramma musicale non può creare tradizione. Esso è assenza totale della forma e per me l’arte acanonica non ha alcun interesse.
martedì, aprile 11, 2023
Traduttori automatici, ponti linguistici e sessismo algoritmico
Da Bridging the language gap - fraud-magazine.com |
"In molti casi, Google cambia il genere della parola secondo i più tipici stereotipi. “Die Präsidentin” (la presidente donna) si traduce con “il presidente” in italiano, anche se la traduzione corretta è “la presidente”. "Der Krankenpfleger" (l'infermiere in tedesco) diventa "l'infermiera" in italiano."
Da Female historians and male nurses do not exist |
Così viene riportata una lista di undici parole tradotte in venti diversi contesti. Trovate i risultati nell'immagine.
L'articolo afferma che dal 2020 Google ha cominciato a prestare più attenzione alle traduzioni tra lingue diverse dall'inglese. Sarebbe interessante controllare quali di questi siano stati corretti nel frattempo.
lunedì, aprile 10, 2023
Considerazioni parmenidiane di Will Storr
“Il nostro cervello non sta assolutamente sperimentando in modo diretto la realtà in cui siamo immersi. In realtà, è rinchiuso nel silenzio e nell’oscurità della vostra scatola cranica.» Questa ricostruzione allucinatoria della realtà viene talvolta definita come “modello” cerebrale del mondo. Ovviamente un simile modello dovrà essere in qualche misura accurato, altrimenti finiremmo per andare a sbattere contro i muri mentre camminiamo, o per ficcarci la forchetta nella giugulare quando mangiamo. E questa precisione la dobbiamo ai nostri sensi. I sensi ci appaiono come strumenti infallibili: i nostri occhi sono finestre tersissime attraverso cui osservare il mondo in ogni sua sfumatura di colore, in ogni suo minimo dettaglio; le orecchie sono canali in cui si riverseranno i suoni della vita. Ma le cose non stanno proprio così. La verità è che i sensi trasmettono al nostro cervello soltanto informazioni limitate, parziali. …
L’incarico che spetta a tutti i nostri sensi è raccogliere indizi dal mondo esterno sotto varie forme: onde luminose, mutamenti nella pressione dell’aria, segnali chimici. Tutte queste informazioni verranno poi tradotte in milioni di impulsi elettrici quasi impercettibili. Di fatto, il cervello legge questi impulsi elettrici proprio come un computer legge un codice, e li utilizza per costruire attivamente la nostra realtà, dandoci l’illusione che questa allucinazione controllata sia reale. Dopodiché, sfrutterà i sensi per compiere le verifiche del caso, e apportando in tutta fretta gli aggiustamenti necessari, se si accorge che qualcosa non torna.”
“È proprio in virtù di questo processo che a volte ci capita di “vedere” cose che in realtà non ci sono. Immaginate che sia già buio e che laggiù, accanto al cancello, vi sia sembrato di vedere un tipo assurdo, mezzo rannicchiato, con un cilindro in testa e un bastone in mano, ma presto realizzate che si trattava solo di un ceppo d’albero ricoperto da un grumo di rovi. Dite alla persona che è con voi: “Ma sai che per un istante mi è sembrato di vedere un tipo assurdo, laggiù?” In realtà, quel tipo assurdo l’avete visto per davvero. Il vostro cervello pensava ci fosse, e così ce l’ha messo; poi, una volta che vi siete avvicinati, e ha avuto modo di ricevere nuove e più accurate informazioni, si è affrettato a riconfigurare la scena, a correggere la vostra allucinazione.”
“Se i nostri sensi sono così limitati, come possiamo sapere con certezza che cosa accade realmente fuori dal buio e dal silenzio della nostra scatola cranica? Il vero guaio è che non possiamo. Come un vecchio televisore capace di leggere solo il segnale in bianco e nero, la nostra tecnologia biologica non è materialmente in grado di elaborare gran parte di quello che effettivamente accade nei vasti oceani di radiazioni elettromagnetiche in cui siamo immersi. Gli occhi umani riescono a leggere meno di un dello spettro luminoso. «L’evoluzione ci ha dotati di capacità percettive che ci consentono di sopravvivere» sostiene Donald Hoffman, uno scienziato cognitivo. «Ma questo prevede anche di occultarci tutto quello che non ci serve sapere. In pratica, l’intera realtà, qualunque cosa essa sia.»"
“Sappiamo che la realtà vera è profondamente diversa da quel suo modello che sperimentiamo nella nostra testa. Per esempio, fuori dal nostro cervello non esiste alcun suono. Se un albero cade nella foresta, ma nei paraggi non c’è nessuno a sentirlo, il suo crollo indurrà solo dei mutamenti nella pressione dell’aria e qualche vibrazione nel terreno. Il suono dello schianto è un effetto che avviene nel cervello. Quando sbattiamo l’alluce contro uno spigolo e lo sentiamo pulsare forte per il dolore, anche quella è un’illusione. Il dolore non è nel nostro dito, ma solo nel nostro cervello. Là fuori non esistono nemmeno i colori. Gli atomi non hanno colore.”
“L’unica cosa che potremo mai davvero conoscere sono gli impulsi elettrici inviati dai sensi. Il nostro cervello narratore utilizza tali impulsi per creare il variopinto scenario su cui andremo a interpretare la nostra vita. Poi lo completerà con un cast di attori, a loro volta dotati di obiettivi, personalità, e di un copione da seguire. Perfino il sonno non rappresenta un ostacolo per i processi narrativi del nostro cervello. I sogni ci sembrano reali perché si basano sugli stessi modelli neurali allucinatori in cui viviamo da svegli. Le cose che vediamo sono le stesse, gli odori sono gli stessi, perfino al tatto gli oggetti ci appaiono gli stessi. L’effetto surreale dei sogni dipende in parte dal fatto che i nostri sensi controllori sono temporaneamente spenti, e in parte perché il cervello deve interpretare le caotiche esplosioni di attività neurale dovute al nostro temporaneo stato di paralisi. Per spiegare questa confusione il nostro cervello reagirà come al solito: metterà insieme un modello di mondo e tirerà fuori dal cilindro una storia basata su causa-effetto. Spesso nei sogni precipitiamo da un edificio o inciampiamo per le scale, una storia che il nostro cervello si inventa per giustificare uno «spasmo mioclonico», ovvero una fastidiosa e improvvisa contrazione muscolare. “
venerdì, marzo 10, 2023
Recensione de "Il mistero della discesa infinita" sulla rivista di matematica Prisma
È un romanzo direi psichedelico dove si intrecciano matematica, fisica e filosofia
La metamatica non è il mio campo ma i romanzi di Flavio Ubaldini mi hanno fatto capire quanto matematica, fisica, musica e filosofia sono materie affini.
Consigliatissimo !"
sabato, febbraio 11, 2023
Pensierini su Sanremo
Mi pare anche che negli ultimi anni la qualità media sia cresciuta. Però, a differenza delle ultime 2 o 3 edizioni, quest’anno nessuna canzone mi ha catturato al primo ascolto.
Poi, oltre all’aspetto musicale, c’è anche quello dello spettacolo in generale. Ad esempio, nella mia ignoranza, non conoscevo Chiara Francini. Sono rimasto davvero ammirato dalle sue qualità, e in particolare da questo monologo.
venerdì, gennaio 27, 2023
L'Italia è uno dei paesi più sicuri d’Europa
“Ieri mattina, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il primo presidente della cassazione, Pietro Curzio, ha dichiarato l’Italia uno dei paesi più sicuri d’Europa e, a maggior ragione, del mondo. …
In una trentina di anni siamo passati da quasi 2000 omicidi l’anno a 300. E stavolta soltanto Svizzera e Norvegia hanno un tasso di omicidi più basso del nostro. Questione di zero virgola. E mi sembra il momento giusto per un quiz. Sapete qual è la più sicura delle 12 grandi città italiane, quelle con più di 250.000 abitanti?…
Palermo! Da anni!
A Roma, che dopo Madrid è la capitale più sicura d’Europa, ce ne sono 0,6 ogni 100.000 abitanti, a Palermo 0,2. E intanto continuano anche a calare furti e rapine e mi piacerebbe se, quando troviamo del tempo libero, dopo esserci scandalizzati del mutismo dei vicini di casa di Messina denaro, uno di noi spianasse un microfono davanti a un palermitano e a bruciapelo gli chiedesse:
scusi ma perché voi avete meno omicidi di Firenze e Bologna?! Perché non sparate?! Perché ci rovinate tutta la nostra mitologia?!
… Ho cercato la frase di Curzio e ho fatto una fatica boia a rintracciarla. La notizia buona sommersa dalle notizie cattive per evitare che le notizie cattive siano sommerse dalla buona.
domenica, gennaio 15, 2023
Ennio Morricone e i puristi
“Nel ’57 avevo scritto il mio Primo concerto per orchestra che avevo dedicato al mio insegnante di conservatorio Petrassi, un lavoro che mi aveva impegnato moltissimo. La prima avvenne al teatro La Fenice di Venezia e fu molto importante. Ma in totale ci guadagnai qualcosa come 60.000 lire di diritti d’autore in un anno. Nel ’56, inoltre, mi ero sposato con Maria e avevamo avuto il nostro primogenito, Marco. Non potevo andare avanti così, perché non avevo una lira. Allora come oggi, vivere con la professione musicale, soprattutto come inizialmente avevo in mente io, cioè scrivendo esclusivamente musica che non provenisse direttamente dalla tradizione popolare, ma perseguisse invece la tradizione dei grandi compositori contemporanei che conoscevo e stimavo, una musica che esprimesse se stessa e che non si legasse alle immagini o alle esigenze contingenti, ma al solo bisogno creativo del compositore… insomma, come la vogliamo chiamare? Musica d’arte, oppure musica «assoluta», come ho iniziato a definirla io negli anni a venire… be’, vivere scrivendo una musica di questo tipo non era e non è cosa semplice.”